L'emergere del neoimperialismo nel tardo diciannovesimo secolo

L'emergere del neoimperialismo alla fine dell'Ottocento!

Adottato dalle potenze europee e, in seguito, dal Giappone e dagli Stati Uniti, durante il XIX e l'inizio del XX secolo. L'espansione avvenne approssimativamente dalla guerra franco-prussiana alla prima guerra mondiale.

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Il periodo si distingue per una ricerca senza precedenti di ciò che è stato definito "impero per l'impero", competizione aggressiva per acquisizioni territoriali oltreoceano e l'emergere in alcuni paesi colonizzatori di dottrine di superiorità razziale che pretendevano di spiegare l'inidoneità dei popoli arretrati a se stessi. governo. L'ascesa del nuovo imperialismo si sovrappone al periodo della Pax Britannica.

La Rivoluzione americana e il crollo dell'impero spagnolo nel Nuovo Mondo nei primi anni del 1810-20, in seguito alle rivoluzioni nei viceréni della Nuova Spagna, di Nuova Granada, del Perù e del Rio della Plata, pose fine alla prima era dell'impero europeo.

L'erosione dell'egemonia britannica dopo la guerra franco-prussiana fu causata da cambiamenti nelle economie europee e mondiali e negli equilibri di potere continentali in seguito alla rottura del Concert of Europe, l'equilibrio di potere stabilito dal Congresso di Vienna. L'instaurazione di stati-nazione in Germania e in Italia risolse problemi territoriali che avevano impedito a potenziali rivali di intromettersi negli affari interni nel cuore dell'Europa (a vantaggio della Gran Bretagna).

Economicamente, aggiungendo alla concorrenza commerciale di vecchi rivali come la Francia, ora c'erano le nuove potenze industrializzate, come la Germania e gli Stati Uniti. Avendo bisogno di mercati esterni per i loro manufatti, tutti cercarono modi per sfidare il dominio britannico sul commercio mondiale come conseguenza della sua precoce industrializzazione.

Questa competizione fu acuita dalla lunga crisi del 1873-1896, un periodo prolungato di deflazione dei prezzi punteggiato da gravi contrazioni economiche, che aumentarono le pressioni sui governi per promuovere l'industria nazionale, portando al diffuso abbandono del libero commercio tra le potenze europee.

La conseguente limitazione dei mercati interni e delle opportunità di esportazione ha portato i leader governativi e commerciali in Europa, e successivamente negli Stati Uniti, a vedere la soluzione nei mercati esteri protetti, uniti al paese di origine dietro le barriere tariffarie imperiali: nuove colonie d'oltremare fornirebbero mercati di esportazione privi di concorrenza estera, fornendo materie prime a buon mercato.

Il revival della militanza della classe operaia e l'emergere di partiti socialisti durante i decenni della Depressione hanno portato i governi conservatori a considerare il colonialismo come una forza per la coesione nazionale a sostegno dello status quo interno. Inoltre, in Italia, e in misura minore in Germania e in Gran Bretagna, gli imperi tropicali in India e in Birmania erano visti come punti vendita per quella che era considerata una popolazione casalinga in eccedenza. Questi fattori hanno reso necessaria la seconda fase dell'imperialismo